Wonderful life

Gerald & Mikaela

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    Mikaela Saarinen
    22 anni // Crystal Wall // Salvatori
    La Capitale, a modo suo, sapeva di casa. Mikaela era nata e cresciuta tra i tendoni del Grantham Circus, aveva una famiglia allargata fatta di circensi e non aveva mai sentito la necessità di cercare i suoi veri genitori che, per una ragione o per un'altra, la avevano abbandonata. Nel circo si trovava bene e Kyösti e Pauline la avevano cresciuta nel migliore dei modi, facendola sempre sentire a suo agio, lascindola libera di esprimere sé stessa. Nessuno la aveva obbligata ad intraprendere la carriera da circense: era stata una sua scelta. Una volta diventata adulta avrebbe potuto benissimo lasciare il Grantham per trasferirsi altrove: alla fine, nel loro mondo contava la Congrega e una volta scelta la sua, Mikaela avrebbe potuto benissimo lasciarsi alle spalle i suoi primi diciotto anni di vita. Qualcuno se ne sarebbe dispiaciuto, probabilmente, ma nessuno lo avrebbe trovato strano né qualcuno avrebbe cercato di fermarla. Lei, tuttavia, sentiva di appartenere in tutto e per tutto a quel mondo colorato che il Circo rappresentava. Ma se il Grantham era il luogo che chiamava casa, lei non la considerava l'unica. No, c'era qualcosa, nelle strade della Capitale, che la richiamava a sé e dopo più di un anno di assenza - il circo era itinerante e, di conseguenza, non stazionava sempre nella stessa città - la nostalgia si era fatta intensa. Ma più che il luogo, le mancavano le persone: sentiva nostalgia di quegli amici che aveva lasciato nella grande metropoli. All'interno dell'Accademia dei Salatori Mikaela non aveva trovato tante anime affini come aveva sperato, ma qualche conoscenza rilevante, qualche amico importante lo aveva trovato. Uno tra tutti, Rohan Yggdrasil. Più grande di lei, la circense aveva creduto che non sarebbe stato altro che una meteora nella sua vita: lo aveva incrociato per i corridoi dell'Accademia quando lei frequentava ancora il primo anno e lui era ormai prossimo a concludere gli studi e le era sembrato l'unico individuo intelligente in una banda di persone senza spina dorsale. Lo aveva avvicinato con un pò di sfacciataggine e in maniera un pò sbruffona, alla fine di una conferenza tenutasi nell'Aula Magna dell'Accademia, per complimentarsi con lui che era intervenuto alla fine ponendo domande intelligenti ed esprimendo un punto di vista con cui Mikaela si era ritrovata a concordare. "Grazie: il tuo intervento mi ha impedito alla mia fiducia nell'umanità di suicidarsi" gli aveva detto; o, comunque, qualcosa del genere. L'ultima cosa che si sarebbe aspettata era che quel ragazzo finisse col cercarla, contattarla e, alla fine, col rivelarsi davvero intelligente e non una completa delusione come le era sempre accaduto con il resto dei Salvatori che aveva frequentato all'interno dell'Accademia. E anche adesso, a distanza di anni, nonostante la distanza fisica li avesse separati, lei e Rohan seguitavano a sentirsi. Che fossero SMS, post su Covenbook o videochiamate, il Salvatore restava una presenza costante nella vita di Mikaela, che rivolgeva sempre un pensiero al suo amico durante il girono e prima di addormentarsi. Sì, Rohan era davero il suo migliore amico, una persona a cui teneva con tutto il suo cuore. Per quella ragione aveva intenzione di aiutarlo a raggiungere i suoi obbiettivi ed era pronta a sostenere la sua campagna elettorale con tutta sé stessa. Del resto, il suo Direttore non le era mai piaciuto. Suo coetaneo, Mikaela aveva avuto il grandissimo onore di incrociarlo nei corridoi per tutti i tre anni dell'Accademia e ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che qualcuno ptoesse aver votato per lui. Era addirittura arrivata a pensare che potesse aver truccato le elezioni, per quanto assurdo fosse. Barare era una cosa da Cacciatori: loro si sarebbero lasciati comprare. I Salvatori, quantomeno a livello teorico, non avrebbero dovuto cedere alle lusinghe del denaro. Inoltre, Alex non le era mai sembrato particolarmente ricco prima di iniziare a guadagnare l'esorbitante stipendio da Direttore, ma magari lei non era stata attenta. In ogni caso, ad un anno dalla sua ultima visita alla Capitale, il Distretto dei Salvatori non le sembrava poi così cambiato. Al contrario, lo trovava terribilmente statico, piatto, privo di vita e, come sempre, una morsa le aveva stretto il cuore a quella vista. Perchè nonostante tutto, alla sua Congrega Mikaela ci teneva davvero: non la aveva scelta a cuor leggero il giorno della Cerimonia. Aveva meditato, aveva riflettuto e aveva seguito il suo cuore tra le fila di quel gruppo a discapito delle altre possibilità che si aprivano davanti ai suoi occhi. Non si pentiva della sua scelta, ma voleva qualcosa di più, voleva un cambiamento: non solo per la gloria e l'onore dei Salvatori, ma per il bene di tutti. Come potevano salvare gli altri se non erano nemmeno capaci di salvare loro stessi? Dovevano rialzarsi e tornare a brillare. Eppure, nonostante tutti quei propositi, quella mattina proprio non era riuscita ad entrare nel suo Distretto. Si era offerta volontaria per pubblicizzare un pò il circo e così, con i volantini nella sua fidata borsa a tracolla nera si era avviata nel vicino Distretto dei Protettori: magari, dopo qualche ora tra quelle vie avrebbe ritrovato la buona volontà di spostarsi nel Distretto dei Salvatori. Il Grantham era stanziato nella periferia della Capitale, nella zona neutrale, così da permettere a chiunque lo desiderasse di recarsi a vedere gli spettacoli. Questo significava che Mikaela avrebbe dovuto camminare per un pò per poter arrivare a destinazione, ma la cosa non le pesava: voleva godersi le vie della città. I tacchi delle scarpe tichiettavano sul marciapiede a ritmo con i saltelli della circense: aveva in mente la melodia del suo ultimo spettacolo e non riusciva proprio a levarsela dalla testa. E una parte di lei, a dirla tutta, era seriamente dispiaciuta di non avere a disposizione uno stereo con cui riprodurre della musica per accompagnare la piccola dimostrazione che avrebbe messo in pratica lungo le strade. "Oh bhe, nel caso userò il telefono" pensò mentre imboccava la via principale del Distretto dei Protettori, sorridendo come una bambina.
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    Gerald Morgan
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    L'Estate stava ormai giungendo alla fine del suo percorso, per quanti benefici essa portava nella mia vita, non ero un vero e proprio amante del caldo anche perche allenarsi con l'arco era difficile quando tutto attorno a Te era avvolto dall'alta temperatura. Era come stare in un deserto, camminare dopo tante e ore e ritrovarsi completamente bagnato con gli occhi appiccicosi e pieni di bruciore. La sua dipartita non mi dispiaceva, l'Autunno era il periodo perfetto per intensificare gli allenamenti, la temperatura non era estrema e almeno, il Poligono non era poi cosi pieno e cavolo, la Domenica era di nuovo il mio giorno preferito. Ero appena tornato dal solito Campus estivo a cui ero costretto a prendere parte ogni anno, era divertente si, ma fino a un certo punto quando poi cominciavi a diventare un pà più grande e avere la testa giusta da renderti conto che alla fine, era sempre la solita minestra e quello che avevo fatto fino a qualche giorno fà, lo avevo fatto l'anno prima, e l'anno prima ancora ma quell'anno era diverso, avevo lasciato l'arco a casa e a mia Madre lo avevo promesso, avrei studiato di più per migliorare la mia media voto a Scuola e poi, stavo per entrare in una nuova Scuola e gli esami di ammissione, erano molto selettivi. Stare lontano dal mio arco mi aveva messo a dura prova, specialmente dopo aver incontrato Jasper al Poligono e aver appreso nuovi trucchi che prima non conoscevo, quel pomeriggio era stato bello e allo stesso tempo, avevo voglia di di diventare grande e scoprire finalmente quale sarebbe stato il mio Dono. Era una domanda che mi ponevo spesso, ma più vedevo le mie sorelle e più volevo essere come loro, ero praticamente l'unico della Famiglia senza un briciolo di potere, eccetto mia sorella minore in quanto era ancora troppo piccola. Chi lo sa, forse un giorno avrei chiuso mio Padre in una stanza e lo avrei interrogato, volevo sapere tutto riguardo i Doni, una parte di me non vedeva l'ora ma era presto, troppo presto per scoprirlo. Ero in camera mia sopra la scrivania impegnato a studiare sui libri anche se in realtà, mi ero addormentato dopo aver letto qualche paragrafo. Aprii gli occhi solamente dopo aver sentito il rumore di un bicchiere rompersi per terra, forse doveva essere una delle mie sorelle o forse il fato aveva deciso cosi, cadere da solo e poi rompersi. Aguzzai la vista e lentamente alzai il capo guardando le mie braccia conserte riposte sopra il libro, avevo ancora la maglia della vecchia scuola. - Ma.. affermai tra un sospiro e l'altro e accorgendomi in quel momento di aver dormito più del solito. I miei capelli erano in completo disordine e la borsa, era completamente allungata per terra. Se guardavo dentro, vi era ancora l'attrezzatura da campeggio, ricordavo ancora quando Stewie era caduto nel fiume, una testa come la sua era difficile da trovarla. Chiusi il libro mettendo fine al tentativo di migliorare anche se forse, non era il luogo migliore dove studiare e in quel momento, ebbi come la magica idea di andare altrove, magari nel Distretto dei Protettori.
    Presi una tracolla e infilai dentro il libro e infilai le scarpe prima di uscire dalla mia camera, feci in tempi a infilare la custodia con dentro il mio arco dentro la borsa. Scesi al piano di sotto scivolando sopra la rampa delle scale, in modo da essere rapido e veloce prima di uscire. Un buon odore attirò la mia attenzione, sembrava essere quello di un dolce appena sfornato - vado...in.. lasciai il discorso sospeso non appena sentì il rumore di un'altro bicchiere rompersi nuovamente. Spalancai appena gli occhi per poi portare a terminare la parola:- in Biblioteca. e uscii di casa con Zaino in spalla e diretto verso il Distretto dei Protettori.
    Faceva molto caldo persino tra le strade del Distretto, camminavo da quelle parti come se stessi sognando ad occhi aperti, sognavo un giorno di farne parte di essere magari come Mio Padre. Cominciai a camminare con lo zaino in spalla e presa salda su di esso, c'erano molte persone e camminare non risultava del tutto facile con tutte quelle presenze e poi, sembravano essere tutti cosi grandi e io, cosi infinitamente piccolo come un moscerino che si avventurava verso la Biblioteca o quelle erano le mie intenzioni fino a quando, non sentii qualcuno di famigliare avvicinarsi verso di Me alle spalle. Geraaaald! Hey Geraaald!! era la voce di Thomas anch'egli nel Distretto per chissà quale motivo. Stava correndo e per poco non mise sotto qualche passante, mi fermai giusto il tempo di girarmi davanti all'edificio. - Thomas. esclamai sorpreso di trovarlo lì. Deglutii guardandolo dalla testa ai piedi una volta fermo a riprendere fiato. Gerald, Gerald, devi venire con Me, ho trovato un posto bellissimo. disse tra un respiro e l'altro, sembrava affannato e non aveva perso nemmeno un etto. - non posso Tom, devo andare a studiare in Biblioteca. avrei voluto proseguire ma qualcuno, attirò nuovamente la mia attenzione accompagnato da una musichetta mi ritrovai di li a poco una ragazza che senza vedermi, mi aveva steso un volantino. Lo scrutai con gli occhi quando scoprii che si trattava del circo. il circo, ci sono andato una volta, ho toccato un serpente prima di svenire, è stato galattico! commentò agitando i pugni. - grazie. risposi sentendomi incoraggiato ma ero cosi preso dal biglietto che quasi cominciarono a luccicarmi gli occhi e Thomas, cominciò a passare in secondo piano. Esitai, alternando uno sguardo tra l'edificio e il biglietto ma alla fine non c'è la feci, misi da parte il dovere - almeno per quel momento - e cominciai a correre verso la distributrice di biglietti. -Hey! gridai appena cercando di attirare la sua attenzione senza fermarmi. - ragazza dei biglietti! chiamai sperando che mi sentisse e quasi cominciai a cadere per terra dopo essere partito a freddo, il caldo stava passando ormai in un'altra stanza. - Tu, tu sei del Circo vero? domandai con fare incuriosito per poi continuare -vorrei,ecco, mi piacerebbe comprare un biglietto. domandai grattandomi la testa, sperando di non essere in ritardo magari più in là, avrei provato a convincere Mio Padre ad accompagnarmi.
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    Eccommiii, ti chiedo scusa per l'immenso ritardo ma purtroppo è stato un periodo difficile e solo da poco sono riuscito a far ripartire il motore dell'ispirazione in generale. Spero che il post vada bene e ovviamente, se c'è qualcosa che non ti torna, non ti piace o non va bene, dimmelo che sono sempre pronto a modificare. Ti chiedo scusa per il ritardo e grazie per la role <3
     
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    Mikaela Saarinen
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    Il suo sorriso allegro sembrava non volesse spegnersi per nulla al mondo quella mattina. Non che normalmente le cose fossero diverse: Mikaela era sempre stata un vulcano di energia, una bambina vivace e curiosa e il Grantham Circus non aveva fatto altro se non alimentare quel suo lato caratteriale. Difficilmente perdeva il suo buon umore e, quando accadeva, voleva dire che qualcuno era davvero riuscito ad esasperarla. In tal caso era decisamente meglio girare lontano da lei, poichè la sua lingua poteva diventare tagliente. Sarcasmo, oh quanto amava usarlo nelle situazioni meno opportune! Specialmente se Rohan era nei paraggi a darle manforte. Loro due, assieme, sapevano essere micidiali in quel campo e coloro che avevano la sfortuna di diventare i loro bersagli passavano le penedell'inferno. I due Salvatori, tuttavia, non lo facevano con cattiveria e di certo non puntavano a bullizzare le altre persone! Semplicemente, in certe occasioni, davanti alla stupidità delle persone o davanti ad individui troppo pieni di sé senza ragione, sentivano il bisgono per cercare di rimetterli in riga. Purtroppo però, non erano in grado di farlo con tono serio e si ritrovavano sempre a fare dell'ironia. Forse erano un pò infantili ma Mikaela amava i discorsi che riuscivano ad intavolare, dandosi manforte senza nemmeno bisogno di organizzarsi prima: erano talmente sulla stessa lunghezza d'onda da risultare inarrestabili. I primi mesi della loro conoscenza non era stato altrettanto facile, ma già allora Mikaela si era accorta di come fosse incredibilmente naturale avere a che fare con Rohan. Che fosse per il carattere del ragazzo, per il suo o per un'altra qualunque ragione, era comunque innegabile che la loro relazione aveva una marcia in più rispetto a quelle che instauravano con gli altri. E la circense era ben felice di poter avere un amico come Rohan, qualcuno che fosse in grado di capirla anche a chilometri di distanza. Qualcuno che non tentasse per forza di avere una relazione con lei, ma che fosse ben felice di essere, semplicemente, il suo migliore amico. Probabilmente era quella la ragione per cui quella mattina era così allegra: dopo essere rimasta lontano dalla Capitale per così tanto tempo, finalmente sarebbe riuscita a riabbracciare Rohan senza doversi accontentare di saluti virtuali attraverso una telecamera. Sapeva che sarebbe tornato tutto alla normalità in quel modo e, in cuor suo, sperava che i numerosi spettacoli del circo, tutti diversi e vari, protassero molte persone sotto i tendoni colorati. Se così fosse stato, probabilmente il Grantham si sarebbe trattenuto in città più a lungo rispetto all'ultima volta e lei avrebbe avuto più tempo da trascorrere con Rohan. Gli impegni reciproci, infatti, avrebbero comunque reso complicati i loro incontri ma, per ovvie ragioni, più a lungo il Circo sarebbe rimasto stanziato in città, più possibilità di trascorrere del tempo assieme vi sarebbe stato per loro due.

    Di conseguenza, stava a lei cercare di fare bella figura quella mattina, senza tuttavia scoprire troppe carte. Se avesse rivelato troppi dettagli del suo spettacolo o sulle caratteristiche del Circo, l'afluenza agli spettacoli sarebbe potuta diminuire, poichè il pubblico non avrebbe sentito il fascino del mistero. Era un lavoro delicato, ma Mikaela sperava di poter fare del suo meglio. Passeggiando per il Distretto ancora abbastanza addormentato, cercava con lo sguardo un posto dove potersi fermare senza disturbare i residenti: voleva posizionarsi in uno spiazzo in vista, ma doveva escludere eventuali passi carrai - che disastro sarebbe stato se il proprietario dell'auto lì posteggiata avesse deciso di uscire di casa o rientrare proprio mentre lei faceva pubblicità lì! - né poteva sperare di infilarsi in qualche parchetto, poichè avrebbe rischiato di perdere visibilità. E, ancora, non poteva certo mettersi in mezzo alla strada col rischio di essere investita!
    Alla fine, dopo aver camminato per un bel pò, decise di accontentarsi di un punto in cui iniziava una zona a traffico limitato, così da poter sfruttare l'ampiezza del marciapiede per improvvisare uno spettacolino. Così facendo non si sarebbe sentita in colpa se, per evitarla, qualcuno sarebbe stato costretto a scendere in strada: lì in teoria transitavano molte meno automobili e, di conseguenza, non avrebbe messo a rischio la vita di nessuno. Posata la sua borsa accanto ad un palo della luce, così da averla vicino a sé e sempre sotto controllo - riteneva assai improbabile che qualche Protettore provasse a rubarle qualcosa, ma la prudenza non era mai troppa! Lì sarebbero potute passare anche persone appartenenti ad altre Congreghe - iniziò a sgranchirsi un pò i muscoli, per non rischiare di farsi male inutilmente. Stava ancora slanciando le gambe senza fare dei veri e propri esercizi di contorsionismo, quando una piccola folla iniziò ad avvicinarsi, circondandola: probabilmente spettacoli simili non si vedevano molto spesso. Meglio per lei: sarebbe stato un successo e al Circo sarebbero stati tutti fieri di lei! Dopo essersi sgranchita un pò i muscoli, prese il cellulare e, dopo averlo appoggiato sulla borsa, fece partire il brano musicale che aveva scelto per l'occasione iniziando a mettere in scena il suo spettacolino, un misto di danza ed essercizi circensi. Non aveva con sé il suo cerchio ma tre palline di spugna che iniziò ad utilizzare come un giocoliere, prima di di mettersi praticamente a testa in giù, con i piedi accanto al viso e le palline terme tra le dita. Alternando un pò di giocoleria e piccoli movimenti da contorsionista, Mikaela di tanto in tanto si allungava a recuperare un volantino dalla pila che aveva preparato accanto alla borsa, per allungarlo verso questo o quel passante. Aveva con sé anche dei biglietti ma non erano molti: li avrebbe conservati per un pubblico speciale. Così, quando un ragazzo appena arrivato di corsa le chiese di acquistare un biglietto, Mikaela gli sorrise, affabile "Comprare un biglietto?" gli domandò "Che ne diresti di provare a vincere ben due biglietti?" gli chiese, rimanendo in equilibriosulla gamba sinsitra mentre stendeva la destra sopra la testa, alzandola in aria come avrebbe potuto fare con un braccio con la metà della fatica, rimanendo ad osservarlo da quella posizione. "Allora? Accetti la sfida?" incalzò infine, facendgli l'occhiolino.
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