Quando i mostri ti fanno visita nei sogni

Pub || Yumi & Rip

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    Yumi Ishiyama
    18 anni // Manipolazione e controllo dell'acqua e dei suoi stati // Congrega degli Insicuri
    G uardai ancora una volta il bicchiere davanti a me. Vuoto, con solo un pezzo di ghiaccio che ormai era diventato una pozza d’acqua al suo interno. Credo fosse il secondo giro che mi ero fatta quella sera, non ricordo bene. E tanto meno ricordo il nome del cocktail , ma di certo due bicchieri di quella roba erano risica a provocarmi un bel mal di testa. E cercai di scacciarlo via mentre guardavo il mio quaderno nero. Era aperto su uno dei disegni, un altro degli innumerevoli schizzi uscito fuori dalla mia mente poco sana. Non credevo di essere pazza. Ero sicura di non esserlo. Eppure sembrava il contrario, a mia madre poi. Tre anni prima ricordo che mi aveva portato da uno psicologo, vo0leva capire come facessi a sognare quelle creature che dopo prendevano forma nei miei disegni. Come quei mostri mi spaventassero e allo stesso tempo mi attiravano. Come se mi invitassero a non scappare, ma piuttosto a restare. Come se volessero mostrarmi qualcosa, e non volessero invece farmi in mille pezzi. Forse mostrarmi cosa questo governo ha di marcio. Se , ovviamente, ce l’aveva. A volte i dubbi c’erano. A volte l’idea che il sistema di questa società potesse nascondere una parte oscura c’era. Perché avevamo dei Doni? A cosa ci servivano? Perché dovevamo scegliere una Congrega. Perché c’erano tutte quelle divisioni? Salvatori, Protettori, Cacciatori, Tentatori, Insicuri. Che senso avevano? Perché dovevo essere una salvatrice piuttosto che una tentatrice? O una cacciatrice piuttosto che una protettrice?Mi avrebbe poi da chiedere come fossi finita a fare questi ragionamenti, o come avessi avuto la brillante idea di entrare in quel pub, prendere da bere e sedermi in un tavolino appartato. Qualcuno poteva pensare che aspettassi qualcuno o avessi un incontro losco. Non ero tipa, ma non sarebbe stato male provare. No, ero solo una teenager che voleva staccare la spina dal resto del mondo. Almeno per un po’, volevo godermi quella tranquilla serata senza pensare all’Accademia e a tutto il resto.

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    28 // Interpretazione dei Sogni // Tentatori
    Ero seduto sulla mia camera da presa mentre registravo un servizio pubblicitario. Al centro del palco vi era un gruppetto di ragazze disposte in fila una vicino l'altra secondo le disposizioni date dagli scenografi. Dalla camera riuscivo ad inquadrare difetti fisici di cui neanche loro erano a conoscenza e una cosa che non sopportavo, erano le cose fuori posto. Presi un forte respiro e mi staccai dalla visuale della camera per sporgermi verso le modelle:-Stop!! alzai la voce per fermare la musica, cominciai ad abbassare la telecamera per poter scendere e interrompere le riprese dall'alto. Tutti cominciarono a guardarmi male, compreso i miei collaboratori che non ne potevano più delle continue interruzioni e per quanto potessi essere Io stesso d'accordo con loro, era necessario fare le cose per bene o era meglio non farle, c'era molto in gioco. Scesi dalla poltroncina e con il copione arrotolato e riposto nella tasca posteriore, mi avvicinai al gruppetto delle ragazze posando il mio cappello addosso a Paul seduto nelle vicinanze dopo essere stato quattro ore in piedi con le lampade in mano. Alzai gli occhiali portandoli sulla fronte guardai il gruppo di ragazze:-cosi non va bene! cominciai alzando una mano a mezz'aria e indicando con l'indice verso l'orologio. -Tu!, girati più verso di lei e tu, il tuo sorriso è palesemente finto e tu, è prezzemolo quello tra i denti? domandai infine rivolgermi verso le ragazze che non sembrarono averla presa affatto bene. Cominciai dunque a migliorare le disposizioni cercando di rendere tutto perfetto. Tornai quindi verso la camera lisciandomi la barba e stringendo i pugni mentre salivo sulla poltroncina in cuoio, facendo lievitare il mezzo per riprendere le ragazze dall'alto mentre mostravano il prodotto verso l'obiettivo. Ad un tratto la campanella prese a suonare segnando la fine delle riprese almeno per quel giorno. Sospirai allargando le braccia, avevo di nuovo perso la cognizione del tempo come ogni volta del resto, quando si era cosi presi, come poteva andare poi diversamente?
    Alla fine rimasi l'ultimo ad uscire dal magazzino e girai la chiave sigillando tutto. Indossai il mio inseparabile cappotto mentre le temperature si erano alzate con l'arrivo della Primavera anche se apprezzavo l'Autunno come stagione dell'anno. Strinsi la tracolla mentre cominciai a camminare accendendo una sigaretta che lentamente gustavo durante il tragitto che mi separava dal Locale dove avrei passato una parte del tempo della giornata. Non era solo la pubblicità il mio lavoro, avevo un progetto pronto a prendere il volo una volta trovato i produttori disposti a finanziare il tutto e un a volta ultimata la sceneggiatura. Avevo già visto qualcuno come Direttore della Fotografia o meglio, avrei voluto era la parola giusta. Zachary Walker era il nome del tizio di cui apprezzavo ma i lavori ma per uno strano motivo, non era possibile contattare come se fosse sparito di punto in bianco. Velocizzai il passo raggiungendo l'altra parte della strada, buttai la cicca a terra calpestandola prima di entrare e immergermi nel pienone.
    Una volta dentro ignorai la mandria di ragazzine avvinghiate al bancone e dritto, andai a sedermi nell'unico posto disponibile accanto a un'altro dove vi era una ragazza con lo sguardo perso in un bicchiere. Poggiai la tracolla sopra il mio "nuovo" tavolo e la aprii tirando fuori un quaderno e un tablet con all'interno la sceneggiatura del mio film in corso ormai da qualche anno. Aprii il quaderno e sfilai la matita cominciando a disegnare per alimentare la mia fantasia e ispirazione. Cominciai a guardarmi attorno, con la matita poggiata sul labbro scrutai con lo sguardo la ragazza e il suo bicchiere e la usai come musa. - sembra che qualcuno si sia nutrito del vostro sorriso. affermai ironico cercando di intrattenere una conversazione con la tipa. - come si è permesso? affermai usando un tono ironico.
    Stavo disegnando il suo profilo:- ti prego di non muoverti, rimani ferma..cosi feci cominciando a studiare la sua espressione per poi riportarla sul disegno lentamente. - stai forse aspettando qualcuno? domandai infine alla ragazza alternando uno sguardo a lei e poi al foglio.
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    Yumi Ishiyama
    18 anni // Manipolazione e controllo dell'acqua e dei suoi stati // Congrega degli Insicuri
    Stavo ancora fissando il bicchiere vuoto, sapendo benissimo che così non lo avrei di certo riempito. Poi un movimento, un piccolo spostamento nell'aria mi ha portato ad alzare lo sguardo e a posarlo sull'uomo che si era appena seduta i fronte a me. Portava una tracolla che appoggiò sul tavolo, un quaderno come me e un tablet. Mi guardava e improvvisamente sentivo un disagio enorme in quella improvvisa apparizione. Mi guardai intorno e capii che non dovevo stupirmi, il locale era praticamente occupato. Quindi era normale che quell'uomo avesse deciso di sedersi proprio lì, non aveva scelta. Ma una ne aveva, quella di rivolgermi la parola. Stava tracciando le prime linee per un disegno e parlava come me, tanto che io non sapevo che rispondere. Avevo fino a un secondo prima una sguardo torvo , ora invee era limpido e vigilante. Perché mi stava parlando? Chi lo aveva autorizzato a farlo? Ma in quel momento non volevo mostrarmi scortese, quindi rimasi ferma guardandolo e cercando di capire cosa facesse.
    "Ehm, intanto buonasera....e no, nessuno si è preso il mio sorriso. E poi perché mi state disegnando signore? " dissi, anche se esitando. E pensare che avevo chiesto solo una cosa, ovvero passare una serata tranquilla. A quanto pareva per me non potevano esistere serate simili.
    Poi guardai per un secondo il mio quaderno, aperto sul disegno di uno dei mostri dei miei sogni. Avrei voluto chiuderlo, non volevo che quell'uomo li vedesse e cominciasse a chiedermi anche lui come riuscissi a disegnare cose del genere. Non ci tenevo a essere vista dall'ennesimo sconosciuto come una pazza.

    "Comunque no , non aspetto nessuno" dissi, anche perché non avevo nessuno da aspettare. Avevo mio fratello Hiroki si, ma lui probabilmente stava giocando a casa con i videogiochi o trafficando con i pezzi della macchina. Per un attimo pensi a Pier, il surfista con cui avevo passato una volta mezza giornata. Avevo il suo numero, quella sera avrei potuto chiedergli di venire. Ma non l'ho fatto. E , in un certo senso, avrei voluto chiamarlo. Forse domani lo avrei fatto per chiedergli di vederci. Non era da me pensare a invitare fuori un ragazzo. Non so neanche perché avrei dovuto farlo. Poi pensai che infondo uscire con qualcuno che non fosse mio fratello poteva farmi bene. Distrarmi forse, poteva essere in quel caso l'unica cura momentanea per portarmi via dai mostri.


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    28 // Interpretazione dei Sogni // Tentatori
    Tick,tack,tick,Tack. Il tempo continuava a scorrere mentre all'interno del Bar le persone continuavano a consumare i loro prodotti e in un certo senso, stava diventando tutto cosi caotico da urtare la mia ispirazione. Aguzzai la vista alla ricerca di qualsiasi segno che potesse aiutarmi a scrivere la sceneggiatura di quello che sarebbe stato un giorno il mio Miglior Film, perche ci stavo lavorando, perche lo avevo promesso a qualcuno di molto importante per Me. Non potevo essere lì con Lui, non in quel momento e l'unico modo per avvicinarci, era quello di rendere fattibile il mio Film. Dovevo trovare molti Sponsor in quanto gli effetti speciali richiedevano un certo peso all'interno della Pellicola. Avevo una certa idea sul come basare il contorno anche se alla fine, i Personaggi erano molto importante per il proseguio di qualsiasi storia ed era su di loro che stavo focalizzando la mia attenzione. Chiusi gli occhi giusto il tempo di infilare la mano all'interno del mio taschino, dove da dentro tirai fuori un pacchetto di sigarette e ne estrassi una per poi posarla sulle mie labbra accendendola con un vecchio accendino che portavo sempre con Me. Assottigliai di nuovo lo sguardo avvicinando il posacenere e controllando di nuovo l'orologio che imperterrimo, continuava a ticchettare seguendo un ritmo cadenzato senza possibili stravolgimenti. Non mi stavo curando molto dell'I-pad, anzi, a dire la verità mi stavo cimentando del Disegno e nel farlo, mi veniva sempre da fumare come qualsiasi altra cosa Io facevo. A un tavolo non molto lontano da Me vidi una ragazza, era sola e nel suo volto qualcuno sembrava averle tolto il sorriso. IL suo sguardo, era cosi preso che m'ispirò una possibile triangolazione. Alternai lo sguardo tra lei e il foglio dove stavo disegnando, sperando di non distrarmi per inutili motivi. Cosi, alla fine del Disegno cercai la sua attenzione di colei che era diventata inconsapevolmente la mia Musa ispiratrice. Ehm, intanto buonasera....e no, nessuno si è preso il mio sorriso. E poi perché mi state disegnando signore? domandò giustamente la ragazza mettendomi al mio posto, il disegno era ormai fatto e tanto valeva quindi porgerlo mostrandole come era impegnata a guardare altrove per rendersi conto della prospettiva del disegno. - mi piace pensare che l'Ispirazione mi sta dando delle dritte. risposi inarcando un sopracciglio prima di far cadere la cenere nell'apposito spazio. - ti ho disegnata perchè, in un certo senso ero attratto dal tuo modo di vedere le cose in quel preciso momento. dissi riferendomi alla sua mancanza di sorriso. Non sempre nei film si comunicavano con le parole, a volte bastavano dei gesti molto semplici o anche movimenti del viso a esprimere un'azione, un concetto o qualcosa di meramente comunicativo. a essere sincero, ho visto pochi volti espressivi come il tuo. era la mia risposta definitiva, tanto valeva consegnarle il disegno in modo da potersi rendere conto. - spero ti piaccia. esclamai lanciando un'occhiolino divertito. - e comunque puoi chiamarmi Rip. dissi mettendomi comodo sulla sedia quando con la coda dell'occhio notai i disegni molto strani nel quaderno della ragazza. vedo che ti piace disegnare. commentai per poi proseguire il mio commento:- cosi sei un'Artista eh? domandai per poi tornare a concentrarmi sul mio I-pad e a mettere mano allo Script del film.

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    Quell'uomo diceva cosa alquanto strane, e io non sapevo fin quando avrei potuto sopportarlo. Ma, infondo, non ero io stessa una tipa strana e anormale? Non ero anch'io contorta e con una grande ossessione per i miei incubi? Perché, francamente, nessuna persona di mente sana disegnerebbe mai creature tanto orribili quanto insolite. Comunque , appena il cameriere si avvicinò, decisi che forse con un altro sorso avrei potuto anche trovare più piacevole la presenza dell'estraneo al mio tavolo. "Un altro giro" dissi velocemente e il cameriere prese il mio bicchiere per andarlo a riempire di altro alcool.
    Ti ho disegnata perchè, in un certo senso ero attratto dal tuo modo di vedere le cose in quel preciso momento. disse e io inarcai in un'espressione confusa le sopracciglia cercando di cogliere cosa volesse intendere con quella frase. Provai a intuirne una possibile spiegazione e poi sospirai.
    "Non credo.....ho un modo di vedere troppo incasinato perché possa ......essere interessante" dissi e assecondando per ora lo strambo discorso dell'altrettanto strambo tipo. Almeno così non mi sarie annoiata quella sera, di cui scopo inziale era solo di stare in solitudine. Parlare , in quel caso anche con un uomo come quello, avrebbe potuto anche farmi bene per sfogarmi o per non stare completamente avvolta nel mio silenzio.
    A essere sincero, ho visto pochi volti espressivi come il tuo. aggiunse e io accennai un sorriso ironico e al limite della finzione. " Ah ma davvero? Buffo, visto che prima ero considerata la ragazza più inespressiva del liceo." risposi alla sua affermazione e , appena arrivò il mio drink, lo bevvi lentamente, finendolo e passando sulle labbra la lingua velocemente. Poi mi mostrò il disegno, niente a che vedere con le imperfezioni dei miei. Semplicemente bello e.....normale.
    Poi lui portò lo sguardo e la sua attenzione sul mio quaderno. Decisi che così come lui aveva voluto a mostrare me il suo capolavoro io gli avrei mostrato il mio. "Guardi pure se vuole, tanto non mi dirà nulla di nuovo che già non mi sia stato detto sulle mie 'opere' se si posso mai definire così quegli orribili schizzi che faccio" dissi e poi lasciai che sfogliasse il mio libro degli incubi.

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    Tirai un forte sospiro quando mi ritrovai a cancellare un nome dalla mia ennesima lista, era estremamente difficile rientrare nei costi del Budget prefissato, almeno per quel momento potevo mettere da parte l'idea di cercare un Direttore della Fotografia, anche se quel Walker rientrava nei parametri dal sottoscritto prestabiliti sul nascere del progetto. Il Cinema era cosi, dannatamente lento che per mettere sù un film non sarebbero mai bastati trecentosessantacinque giorni per fare un passo importante. I progressi erano piccoli, molto più piccoli di quel che pensavo. Assottigliai le labbra prima di spegnere l'I-pad, visto che la mia attenzione era stata catturata dalla presenza di una ragazza. Non credo.....ho un modo di vedere troppo incasinato perché possa ......essere interessante rispose la ragazza dopo averle spiegato il motivo per cui le stavo facendo il ritratto. Lasciai il foglio con il suo ritratto sul tavolo, la sua risposta non faceva una piega. Ci pensai sù poi scossi il capo e mi lasciai andare ad una risata - allora rendilo semplice risposi per poi tornare serio nel momento in cui mi mostrò il suo Disegno dopo avermi fatto notare di come veniva considerata inespressiva dai suoi compagni. - Sciocchezze. risposi mentre osservavo il suo disegno, riferendomi al suo venir definita priva di espressione. - mi lasci dire che i vostri amici hanno una pessima percezione delle persone. aggiunsi con lo sguardo incollato sul suo disegno. Guardai lo schizzo da lei definito "orribile schizzo". Aggrottai le sopracciglia nell'osservare quanto la ragazza non mentisse quando diceva di avere un modo confuso di vedere le cose ma in qualche modo, quel disegno sembrava parlare. - cosa rende la tua mente cosi confusa? domandai continuando ad osservare il suo Disegno con fare preso da quel che vedevo. Cominciai a grattarmi il mento con l'indice, poi restituì il quaderno alla sua legittima proprietaria. Sospirai guardando il vuoto mentre riflettevo, riflettevo, e di nuovo riflettevo sul suo disegno. Ero cosi preso dalla situazione che volevo vederci chiaro, lasciai l'I-Pad sul tavolo senza curarmi del mio ordine. Presi un respiro e mi alzai sedendomi sulla sedia davanti quella della ragazza solitaria. - non ti dirò nulla di nuovo, è vero. presi una breve pausa prima di continuare - lascia che ti aiuti a rendere le cose più semplici. affermai rimanendo ad osservarla in attesa di una risposta. - sei disposta? domandai guardandola negli occhi.

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    Renderlo semplice? La versione meno complicata da un punto di vista medico è che abbia ancora i resti del trauma postraumatico della scomparsa di mio padre e che questo ha comportato un meccanismo nella mia mente che mi porta a disegnare le cose più malsane che la mia mente partorisce. Ma dubito intendesse questo con "rendilo semplice" . Era impossibile per me fargli capire che cosa passasse fra i miei neuroni, pensieri talmente contorti che anch'io a malapena riuscivo a gestire.
    "Non c'è modo di renderlo semplice. Sono un casino umano, tutto qui. Un casino umano con poteri che ancora non comprende perché ognuno di noi ne possegga uno." Mi limito a dire e mando giù tutto il contenuto del bicchiere per richiederne poi un altro giro. Arrivata a casa di sicuro, a questo ritmo, vomiterò di brutto. Il suo commento su i miei vecchi compagni non mi interessa. So bene che non hanno ragione, ma a volte ho dei dubbi che mi assalgono su ciò. Per quanto in realtà sia capace di provare diverse emozioni, questa cosa dei sogni a volte finisce con soffocarle o ridurle , tanto che è normale che per alcuni io sia apatica. Ma non so perché mi influenzino fino a questo punto i miei disegni. Hanno il pieno possesso della mia vita, la dirottano a volte verso gli abissi e altre volte mollano la presa per farmi respirare un po'.
    "Cosa rende la tua mente cosi confusa?" Alla sua domanda alzo le spalle e poi guardo fuori. Proprio una bella domanda.
    "Magari lo sapessi", poi ascolta la sua proposta e anche se era uno sconosciuto di cui ancora non sapevo manco il nome,sentivo che potevo fidarmi di lui. Forse per via dell'interesse che ha mostrato nei miei confronti, nessuno fin'ora si era preoccupato per me a parte Hiroki.
    "Si sono disposta.....anche se non capisco come vuoi fare".

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6 replies since 19/5/2017, 16:22   284 views
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